LaRacchia per il sociale: "Ma u ti nni para vrigogna?"

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Nel mondo c'è tanto troiume, ma tanto.
Specie nelle ragazzine di 18/19 anni che si credono Afrodite scese in terra, ma che in realtà si avvicinano di piú ad Ade, in fatto di bellezza. 
Le riconosci immediatamente:

  • sguardo fiero
  • passo deciso
  • sorriso finto
  • faccia da sprangate forte e violente.
Si atteggiando da donne vissute, non capendo che il motivo vero per cui sono circondati da ragazzi è solo uno: la loro vagina.
Io le adoro, così adorabilmente svampite.
Le guardo e le vedo piccole, bambine di 6 anni che si mettono in modo molto sgarbato il rossetto della mamma, con i suoi tacchi troppo grandi per i loro piedini e la collana di perle della nonna -  atteggiarsi da donnini di mondo.

Lo squallore.

Osservando questi esemplari di cuccioli di meretrice, una sola frase echeggia nelle nostre menti per poi trasformarsi in un sguardo di tristezza misto schifio e pena: "Ma u ti nni para vrigogna?"

Per i diversamente terrons: "ma non hai vergogna?"

Oggi inauguro questa nuova rubrica sporadica, pensando alla persona che l'ha ispirata: The Troya. 
Lei, sempre alla ricerca del suo Paride.


Guida pratica e consigli più o meno demenziali per raccattare passaggi in ogni dove.

1. Sentiti figa.
È importantissimo che tu ti senta come se fossi l'unica Vagina in questo universo. È ESSENZIALE.
No Vagy-No Party.
(nel senso che non parti, non te ne ritorni a casa)


2. Sederti nel tavolo prenotato. Peccato che non sia il tuo. 

Già che gli chiederai l'ennesimo passaggio a casa perché non sedersi anche nel tavolo prenotato dei suoi amici?
E lasciarci anche la roba?
Già che ci stiamo, approfittiamone.
Le basy: Dovete sedervi come Lori del Santo. LE BASY RAGAZZEH. Mi raccomando.


3. Fare ssshhhhwiiiisshhhh con i capelli.

Per sentirsi figheh è importante fare un gesto che con il passare del tempo risulterà naturale: portarsi i capelli da una parte all'altra della testa, possibilmente inclinandola di 30°.
Le più esperte eseguiranno questa mossa effettuando una combo: Sedute, con il cocktail sul tavolo, gambe accavallate e petto in fuori.
Le madri superiori canteranno disinteressatamente la canzone che sta passando nel locale.


4. Avvicinarsi al suo orecchio e dire "li vuoi quei kiwi?" con voce suadente.

Rigorosamente con i cocktail in mano, non sia mai che la mano si distacchi dall'alcol.
Tra "li vuoi" e "quei kiwi", solo un orecchio allenato e benedetto da Cetto la qualunque potrà udire la seguente frase: "hai per caso posto in macchina per me e per *nome di un'altra vagina-amica a scelta*"


5. Alzarti dal tavolo -che non è tuo- e continuare ad attentare alla vista delle persone con il movimento ssshwishoso dei capelli.

È importante che continuate a sentirvela, questo è il segreto. Altrimenti tutto lo shwishamento non ha avrà motivo di esistere.


Bene, se seguirete questi semplici step non dovrete mai più fare l'autostop in autostrada.


Per concludere: Ma chi te se incula?







Ciao, mi dispiace, mi mancherai.

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Stavo per pubblicare un post idiota sulle principesse, ma questo è più importante, perché mi fa girare le ovaie come poche cose al mondo.

Oramai siamo dipendenti dai social, io sono la prima e come me tanti altri, questo non è il terzo mistero di fatima.
Godiamo nel spiattellare avvenimenti e foto della nostra vita per ricevere attenzioni; c'è chi se lo nega, c'è chi lo accetta, c'è chi ne fa un abuso e chi fa una selezione di ciò che è bene rendere pubblico.

Io sono una che cerca di far vedere solo una minima parte della propria vita, perché essendo di natura sia egocentrica che riservata, scelgo con cura le informazioni da condividere con il mondo intero.
Molti avvenimenti e momenti della mia vita rimangono per me e per poche persone soltanto, e credo che sia giusto così.

Ci dovrebbe essere, lì da qualche parte nell'universo, il buon senso di non pubblicare determinate notizie, o determinati pensieri, sopratutto se questi sono molto intimi, in particolare, l'umano medio, dovrebbe vivere il proprio lutto o dispiacere per la notizia della perdita di una persona con più di rispetto e raccoglimento.

Io non capisco - e di certo non condivido -  l'impellente desiderio e necessità di scrivere su facebook il proprio addio o le condoglianze per la scomparsa di un amico o di un familiare.
Per cosa poi? Per racimolare qualche commento o mi piace?
Qualche effimera conferma? E conferma di cosa? Che non si è soli? O magari un semplice "oh poveri, come mi dispiace"?
Ma quel "mi dispiace" lascia il tempo che trova, perché tempo 2 secondi e si è già passati al video del gattino che fa ciao con la zampetta.

Sono scelte, io non sono nessuno per giudicare le altre persone, sopratutto perché non voglio che le persone giudicano me senza conoscermi, semplicemente non capisco.
Non capisco il motivo che spinge una persona a condividere il proprio dispiacere come condivide l'ennesima frase di Bukowski.
Non riesco a capire come una persona voglia rendere pubblico il proprio dolore senza pensarci due volte, con assoluta nonchalance.

Nel giro di 6 mesi ho dovuto dire addio a due persone più importanti della mia vita.
È stato difficile; c'era rabbia, negazione, sconforto e accettazione, ma di certo non c'era il desiderio di scrivere su facebook quanto stessi male e quanto mi mancano in ogni secondo della mia vita.

Il mio dolore, il mio dispiacere, la mia rabbia, erano MIE e non alla mercé di estranei che hanno richiesto la mia amicizia, non di estranei.
Dopo più di un mese ho scritto i miei pensieri solo per trasferirli dalla mia mente ad altrove, in modo tale da poter andare avanti e cominciare a curare le ferite. L'ho scritto qui, nel mio posto, nel posto dove mi sento più sicura. L'ho scritto qui per me.
Non capisco di quale conforto si possa godere da un mi piace o da un commento buttato lì, giusto per dire qualcosa.

Bisogna portarli nel nostro cuore e non scrivere un banale "Mi mancherai, non ci posso credere che non ci sarai mai più" perché questo stato equivale alla faccia addolorata della D'urso.
Ed è una cosa triste.





Listography #12: Your Crushes.

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The Life In A Year


Qui si parla di cotte:

  • M. Prima cotta all'elementare. Bello, ma bello assai. Ne eravamo tutte innamorate, ma eravamo amici e quindi passavo dal "Oh mio dio quanto sei bello *-*" al "Sìsì, sei carino, e mo'? Dai muoviti a scendere"


  • F. E cosa ve lo dico a fare? Se alle medie era stupendo adesso è Magnifico. Identico al mio unico amore Heath Ledger. Una cotta che durò anni e anni. Il massimo dell'interlocuzione avvenuta fra di noi fu: "Ciao F" 


  • C. La cotta più grande che mi presi. Infatti mi ci misi insieme. Infatti mi mollò dopo 3 settimane. Il motivo me lo disse a 22 anni. Tra alti e bassi siamo rimasti molto amici, ma io voglio comunque ucciderlo per aver spezzato il mio cuoricino. 
  • G. Fratello maggiore della mia migliore amica Alessandra. Figo. Tanto Figo. Ora, immaginate sta ragazzetta di 14 anni che quando va a casa della sua migliore amica si vede girare per casa questo bel ragazzo di 18 anni mezzo nudo. "E mettitela na maglietta che sto sbavando!" Questa storia va avanti da 10 anni. Questa storia prima o poi finirà.
  • Il dottore figo e giovane, ma soprattutto figo, della vacanza studio in inghilterra. Era un mix tra attore e modello di Armani. A causa sua stavamo tutte male. 
  • Ragazzo del mio liceo che in Autogestione teneva un corso di musica. Non ho idea di che strumento si parlasse e suonasse, sembrava un tamburo. Ma ragazzi, i suoi occhi! Ne eravamo tutte innamorate. Poi scoprimmo che si fidanzò con una cessa, e ci cadde il mondo addosso. "No, va bhe. Con  LEI no."
  • P.E. Era "professore" ai precorsi per i test d'ammissione. Spiegava chimica, e come la spiegava lui... Pendevamo tutte e tutti dalle sue labbra. Affascinante, carismatico, divertente, intelligente. Grazie a lui presi un punteggio alto a chimica.

Appello per G:

La prossima volta, una magliettina, anche quella di topolino. 
VUOI CHE MUORO OGNI VOLTA?




Specchio specchio delle mie brame...Ma crepa cretina!

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Mentre camminavo sotto il sole cocente della primavera ecco che improvvisamente mi viene in mente il post geniale della Susy: "Le principesse non fanno la cacca".
Rido. Rido tanto. Rido sola. Rido come una scema.
Da questa grossa risata ne consegue una conversazione con Picci sul tema "principesse della Disney"; devo dire molto erudita e profonda, improntata sul parallelismo tra la concezione di bene e male, e l'importanza di un buon balsamo o di una ottima maschera per capelli.

"Biancaneve mi stava talmente sul cazzo che le avrei fatto una torta di mele a base di cianuro. Vediamo se cosí schiatta."

Dicevo... molto erudita.

Il mio animo sgarbiano si riusciva ad intravedere già quando ero una mini me alle prese con la lettura delle fiabe: Io tifavo per le Stronze.
Sempre.
Il mio personaggio preferito? La Regina cattiva, la matrigna di Biancaneve.
Io ci speravo sempre, inesorabilmente: "Me lo sento! Questa volta me la leva di torno! DAI!!!!"
Ma una che parla con gli uccellini e che canta sempre, vuoi non toglierla a calci in culo?
Altro che "la più bella del reame", la verità è che la Regina, stanca di sentirla cantare e inspiegabilmente di buon umore alle 7 del mattino, l'ha cacciata di casa.
"O la smetti o ti strappo il cuore." le disse alle 6 del mattino appena sveglia mentre cercava di fare il caffè.
Lei non la smise, la Regina chiamò il cacciatore.
Ecco, io da questa favola ho imparato due verità assolute:
1. Non rompere le palle a prima mattina.
2. Chi fa da sè fa per tre.

2.1 Cianuro. Ora e per sempre.

Le cose o si fanno bene o non le si facciano affatto.

L'unica principessa che mi stava simpatica e che adoro è Mulan.
Non le sta bene il ruolo di mogliettina?
Si finge uomo per far vedere a tutti di che pasta è fatta!

Ariel, la mia cara Ariel, sfida l'autorità del padre per dar libero sfogo alla sua curiosità; certo poi scambia la voce per due paia di gambe che le serviranno per conquistare un uomo conosciuto per circa 10 minuti, ma va bhe, a noi va bene uguale.

Ne vogliamo parlare di Cenny? Schiava delle pulizie neanche fosse in una puntata di "Case da incubo" su Real Time. La matrigna non la odiava, semplicemente sfruttava il suo disturbo ossessivo compulsivo per le pulizie. Chiamala scema.

La migliore è Aurora.
Ma allora, se sei scema, sei scema. Cosa mi vai a toccare il fuso? Ma cosa?? COSA???
Alla fine si sposa con uno di 100 anni più giovane.
Si dice in giro che Madonna e Lory Del Santo si siano ispirate proprio a lei.

Ma il tema centrale della conversazione era appunto la nostra amabile Biancaneve.
(Solo il nome mi fa venire i nervi)


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Listography #11: Your favorite toys you played with as a child.

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The Life In A Year


Sul viale dei ricordi

  • costruzioni. (le adoravo amo)
  • Barbies
  • Bambolotti
  • Con l'asse da stiro giocattolo (Madre, il tuo tentativo di fuorviarmi per farmi stirare al posto tuo da grande, bhe sappi che.. ha funzionato.)
  • Con l'anta del mio armadio. Era blu e ruvida: ci scrivevo con i gessetti giocando a fare la maestra. (Da lì mi sa che divenni schizofrenica, altrimenti non si spiega)
  • Con qualsiasi oggetto che mi capitava a tiro.
  • Con le bolle di sapone (ancora oggi, le compro, ancora oggi mi siedo sulla scrivania a fare le bolle e crogiolarmi nella gioia delle bollicine) 
  • Mia sorella. (ok, non è un giocattolo, ma giocavo spesso con lei a mosca cieca, a nascondino, a un due tre stella, al "tappeto infuocato": gioco inventato da noi, in pratica se superavi la linea del tappeto morivi tra le fiamme. Eravamo bambine felici noi.)

Listography #10 : List the countries you've visited.

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Sono in ritardo di circa due settimane, lo so. Ma la tecnologia e il wifi cospirano contro di me, sappiatelo.


The Life In A Year

Questa è corta, tristemente corta:
  • Italia (giusto per allungare il brodo)
  • Inghilterra precisamente la Cornovaglia
  • Malta
  • Spagna
...To be continued.



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